Quando compriamo piante dal garden e le portiamo in casa vediamo che rimangono tal quali per molto tempo e poi spesso succede che lentamente muoiono. La ragione è spesso legata alla bassa luminosità. Uno dei problemi più rilevanti da risolvere quando si vuole tenere piante in case è la disponibilità di luce. Le piante si alimentano di radiazione luminosa che serve loro per fotosintetizzare la molecola di glucosio a partire da sei molecole di acqua e sei di anidride carbonica cedendo come scarto l’ossigeno. Il glucosio è il mattone base dal quale la pianta produce i metaboliti, i tessuti e le strutture cellulari che le servono per vegetare. La fotosintesi è un processo di costruzione di tessuti. In aggiunta, le piante, come tutti gli organismi viventi, traggono l’energia per fare funzionare il loro metabolismo da un meccanismo basale opposto alla fotosintesi, la respirazione. E’ la stessa respirazione che hanno anche gli animali e l’uomo: la molecola di glucosio viene scissa in anidride carbonica consumando ossigeno e producendo energia. La respirazione è un processo di demolizione di tessuti. In condizioni di luce abbondante la fotosintesi sovrasta la respirazione e la pianta accumula tessuti e cresce. In condizioni di poca luce invece la fotosintesi si ferma e la respirazione domina prelevando glucosio dalle riserve della pianta (amidi) fino ad esaurimento e morte dell’organismo. Ogni pianta ha un proprio punto di break even, cioè una quantità di luce tale per cui la produzione della fotosintesi equivale al consumo della respirazione: il punto di compensazione. In questo punto di luminosità la pianta non muore e non cresce, ma sopravvive a stenti, non cresce perché la luminosità presente non consente di produrre nuove foglie e la pianta tira in avanti. Se poi la luminosità scende ancora la pianta inizia a consumare le proprie riserve fino a quando si esauriscono e muore. La soluzione è scegliere una pianta che per genotipo (specie) o per fenotipo (acclimatizzata) ha un punto di compensazione basso (ovvero sopporta bene l’ombra) oppure destinare la pianta a un posto più luminoso. AutoreRibaltiamo il nostro rapporto con le piante e il verde. Non releghiamo le piante nei parchi ma portiamole dentro per coabitare gli stessi nostri spazi dove trascorriamo abitualmente il 90% del nostro tempo.
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