Le piante reagiscono alla durata della luminosità diurna e della oscurità notturna. Sono capaci di misurare la durata in quanto hanno la necessità di coordinarsi al momento della fioritura per assicurare l'impollinazione nonché al momento della germogliazione del seme per scegliere la stagione più opportuna. Dunque le piante confrontano i propri cicli circadiani interni con la durata del giorno e della notte e reagiscono di conseguenza. In realtà più che la fase diurna è la fase oscura determinante per la pianta. Le piante tropicali in genere tendono ad essere brevidiurne in quanto la durata della fase oscura nei tropici e sub-tropici è in genere costante sulle 11-13 ore tutto l'anno. D'altra parte le piante native di latitudini superiori ai 30° tendono ad essere lungidiurne in corrispondenza alla fase estiva nella quale le notti si accorciano e i giorni si allungano fino a 14-16 ore. Esistono poi anche piante neutre che non sono influenzate dalla durata del giorno. Per i nostri scopi di botanica d'interni il fotoperiodismo è importante per indurre la fioritura in certe piante ma è importante anche per assecondare il posizionamento della pianta in modo che rifletta le caratteristiche ambientali e di luce dei territori di origine ai quali il suo genoma si è adeguato. Riconosciuta l'importanza del fotoperiodismo non va tuttavia dimenticato che la crescita vegetativa è comunque favorita con una fornitura di luce naturale o artificiale su giornate lunghe in modo da garantire giornalmente il quantitativo di luce necessario a superare il punto di compensazione della pianta (vedasi post specifico).
AutoreRibaltiamo il nostro rapporto con le piante e il verde. Non relegare le piante nei parchi ma portarle dentro per coabitare gli stessi nostri spazi dove trascorriamo abitualmente il 90% del nostro tempo.
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