Rispetto ad una pianta all’aperto che gode di una forte illuminazione diurna ed una ininterrotta oscurità notturna, una pianta in casa soffre per la poca luminosità diurna e per una disturbata oscurità notturna dovuta alle accensioni delle lampade di casa. Dunque per ottenere un verde indoor rigoglioso è necessario intervenire per avvicinare le condizioni di luce indoor alle abitudini della pianta. Imitando il più possibile le condizioni di luminosità del suo ambiente di origine si garantisce la prevalenza della fotosintesi sulla respirazione. Fintanto che la fotosintesi prevale la pianta crea energia e materia vegetale per crescere. Se invece prevale la respirazione la pianta consuma lentamente le sue riserve ed è destinata a estinguersi. Ogni pianta ha un proprio break even (punto di compensazione) che è funzione di un adattamento darwiniano all’ambiente naturale originario in cui si è evoluta. Ad esempio: le piante di sottobosco hanno un break even più alto in quanto necessitano di meno luce essendosi evolute sottochioma; le piante alpine invece hanno un break even basso in quanto sono abituate al sole forte di alta montagna. Nell’allestimento indoor diverse sono le modalità per superare la poca luce: ad esempio, scelta delle specie più idonee alle specifiche condizioni, abituare singole piante (fenotipi) ad una luce più fioca con un percorso di graduale acclimatizzazione; installazione di lampade PAR o a luce bianca fredda tra 3000 e 5000 °K temporizzate o varchi di luce; e prevedere la presenza di idonee vetrate (attenzione alla trasparenza del vetro allo spettro) in sede di progettazione e di un orientamento opportuno compatibile con le esigenze delle piante. AutoreRibaltiamo il nostro rapporto con le piante e il verde. Non releghiamo le piante nei parchi ma portiamole dentro per coabitare gli stessi nostri spazi dove trascorriamo abitualmente il 90% del nostro tempo.
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