Molte piante di sottobosco si sono evolute in un ambiente a bassa illuminazione e pertanto sono più idonee ad essere coltivate in ambienti interni. Tutto dipende dalla disposizione dei tilacoidi dei cloroplasti e dalla concentrazione di clorofilla in due complessi proteici chiamati fotosistema I e fotosistema II. La clorofilla è presente nelle foglie in alcune varianti che manifestano un diverso assorbimento della radiazione luminosa. Due sono i picchi di assorbimento tipici delle clorofille: il blu tra i 400 e i 470 nm e il rosso tra il 650 e 730 nm. Dunque in mezzo, il verde e giallo, sono lunghezze d’onda che la clorofilla non assorbe e che riflesse nella massa verde penetrano tra le foglie e danno il colore verde agli organi fotosintetizzatori delle piante. I fotosistemi sono però costituiti da molte molecole fotosensibili complesse e alcune rispondono anche alle lunghezze d’onda del verde e giallo, anche se in misura minore. Le piante in casa ricevono molta meno luce rispetto all’aperto. Se la luce è comunque sufficiente ad avere un metabolismo positivo (superiore al punto di compensazione - vedi post sul tema) senza fenomeni di eziolamento (quando i tessuti diventano gialli e la pianta si allunga per ricercare la luce) crescerà e sopravviverà. Se invece la luce non è sufficiente, la pianta soffrirà e sarà destinata alla lenta estinzione in quanto il processo di respirazione avrà il sopravvento sul processo di fotosintesi e la pianta si consumerà da sola fino a morire. In questo caso è necessario aumentare la luminosità alla pianta per tenerla in vita. La luce però deve essere fornita con cautela e in modo progressivo per non accecare e bruciare i fotosistemi. Esistono lampade che forniscono in prevalenza le lunghezze d’onda che servono alle pianta (si chiamano lampade PAR - Photosynthesis Active Radiation). Sono particolarmente adatte le versioni a LED che non scaldano e consumano poco. Sembrano deboli all’occhio umano perché non emettono il colore verde e giallo, ma per la pianta sono perfette. L’inconveniente è che all’occhio umano la luce appare di un viola inquietante. Per ovviare a questo problema visivo è utile trovare le giuste combinazioni tra lampade con spettro PAR e lampade con spettro solare gradevole all’occhio umano in modo da garantire il migliore compromesso tra necessità delle piante e comfort dell’uomo. AutoreRibaltiamo il nostro rapporto con le piante e il verde. Non releghiamo le piante nei parchi ma portiamole dentro per coabitare gli stessi nostri spazi dove trascorriamo abitualmente il 90% del nostro tempo.
0 Comments
Leave a Reply. |
Taccuino di
|