Quando la luminosità è sufficiente le piante attivano il processo di fotosintesi che assorbe l'anidride carbonica emessa da noi tramite il nostro fiato e libera l'ossigeno il quale invece serve a noi per respirare. Al contrario di notte o in condizioni di luce insufficiente le piante innescano un processo opposto per sopravvivere, respirano come noi, ovvero assorbono ossigeno ed rilasciano anidride carbonica (vedasi altri posti in questo blog che trattano questo argomento). Allora è meglio non avere piante la sera in camera da letto perché ci asfissiano con l'emissione di anidride carbonica? Pensate ad un bosco di notte quando tutti gli alberi respirano emettendo anidride carbonica. Dormire nel bosco fa asfissiare gli animali? No di certo! Allora perché si dice di non tenere piante in camera da letto? Perché è una bufala, una leggenda metropolitana. Innanzitutto è parzialmente vero che le piante producono anidride carbonica la notte. Le piante hanno diversi tipi di metabolismo: C3, C4 e CAM. Mentre è vero che le piante C3 rilasciano anidride carbonica di notte, le piante a metabolismo CAM e C4 invece la assorbono di notte. Esempi di piante ornamentali che assorbono anidride carbonica la notte e che sarebbe bene avere in camera sono Sansevieria, Clusia, le Bromeliacee e in genere tutte le piante grasse. In secondo luogo vanno valutate le quantità in gioco: in linea di massima il respiro di una persona che dorme in camera equivale a circa 4-5 piante di altezza d'uomo. In aggiunta, tenere piante in camera da letto ha altri effetti positivi: le piante mantengono uniforme l’umidità dell’aria per un sano riposo e purificano da polveri, virus, batteri in sospensione e da molecole organiche volatili dannose. AutoreRibaltiamo il nostro rapporto con le piante e il verde. Non releghiamo le piante nei parchi ma portiamole dentro per coabitare gli stessi nostri spazi dove trascorriamo abitualmente il 90% del nostro tempo.
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