Nel 1989 la NASA condusse una serie di studi per trovare sistemi che pulissero l’aria nelle stazioni spaziali. Scoprirono che diverse piante subtropicali che abbiamo in casa, oltre ad assorbire anidride carbonica e produrre ossigeno come tutte le piante fanno, riescono anche a filtrare alcune molecole tossiche per l’uomo quali formaldeide, benzene e tricloroetilene emessi da detergenti, vernici, pavimenti, cosmetica, colle e molti altri materiali di uso comune presenti nei nostri ambienti chiusi, Alcune specie hanno una capacità filtrante più potente di altre. Queste sono, ad esempio, Hedera, Epipremnum, Spathiphyllum, Anthurium, Aglaonema, Chamaedorea, Sansevieria, Dracaena. Da allora molti studi furono effettuati confermando questa capacità non solo per filtrare molecole tossiche ma anche per abbattere polveri, batteri e virus in sospensione. In particolare è sinergica l’associazione tra la pianta e il terreno in cui cresce: la pianta purifica di giorno, i batteri del terreno purificano la notte. In 4 ore una sola pianta riesce ad eliminare l’80% della formaldeide presente in un ambiente di 10 mq. Tuttavia, per fare ciò la pianta deve avere luce sufficiente per fotosintetizzare, deve essere in salute e le foglie devono essere pulite in modo che gli stomi non siano ostruiti. Il meccanismo di purificazione si basa sul passaggio nella pianta delle molecole inquinanti durante la fase di apertura degli stomi per lo scambio gassoso necessario alla fotosintesi. Le molecole così penetrano nei tessuti delle foglie e seguono vari percorsi: in parte sono degradate in molecole inerti dai processi enzimatici del citoplasma, in parte sono accumulate nei vacuoli delle cellule destinate ad essere poi allontanate con la caduta delle foglie e in parte vengono trasportate con la linfa elaborata (floema) alle radici dove sono escrete e neutralizzate dai microrganismi del terreno. In aggiunta, anche i batteri del terreno stesso, presenti in massa per garantire la fertilità, esercitano una forte attività degradante di tali molecole inquinanti nel momento in cui penetrano con l'aria nelle microcavità del terreno dove vengono sequestrate e metabolizzate in composti inerti. Visto che l’aria delle nostre case e uffici è per il 90% dei casi più inquinata da composti organici volatili rispetto all'aperto, tenere piante in casa è un contributo alla nostra salute. Quante piante bisognerebbe tenere all'interno per avere un serio effetto purificatore dell'aria? Minimo 3 piante ogni 10 mq abitabili. Ecco perché dobbiamo tenere piante ovunque soggiorniamo. AutoreRibaltiamo il nostro rapporto con le piante e il verde. Non releghiamo le piante nei parchi ma portiamole dentro per coabitare gli stessi nostri spazi dove trascorriamo abitualmente il 90% del nostro tempo.
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