Qualche settimana fa ho acquistato una bellissima felce Pteris straminea in un garden. L’ho posizionata in un punto non troppo luminoso soverchiata da una lampada LED da 1400 lumen per allungare l’apporto di luce la sera. Dopo una decina di giorni ho notato che le fronde iniziavano a pendere. Essendo una felce la bagnavo spesso ma quando mi capitava di tardare le fronde iniziavano ad emanare un forte odore acre e speziato un po’ fastidioso. La pianta ovviamente non stava bene. La felce era in piena fase di acclimatiazione che dura in genere da 4 a 8 settimane in cui la pianta adegua il suo metabolismo alle nuove condizioni ambientali. Per agevolare l’acclimatazione ho pensato di ridurre lo stress idrico: ho inserito 3 irrigatori a cuneo (il contenitore ha diametro di 25 cm) collegati con tubicino ad un vaso porta acqua. Ho sollevato a regola d’arte il contenitore in modo da aggiustare il flusso di acqua negli irrigatori. Una settimana dopo questo intervento ho notato che la felce aveva smesso di emettere l’odore acre ma le fronde erano ancora abbastanza basse anche se non proprio pendenti. Allora ho rivolto la mia attenzione alla lampada: essendo una felce, notoriamente sciafila, ho ipotizzato che la causa potesse essere la luce troppo forte. Ho sostituito la lampada LED con un’altra da 650 lumen. Ora dopo altre due settimane posso dire che la felce sta bene. Le fronde si sono erette, nuove fronde stanno crescendo e la pianta appare più bella. Un altro accorgimento che uso per piante non abituate all’acqua fortemente calcarea di Milano è aggiungere uno spruzzetto di aceto da buon mercato ogni volta che riempio il vaso da dove gli irrigatori pescano l’acqua. AutoreRibaltiamo il nostro rapporto con le piante e il verde. Non releghiamo le piante nei parchi ma portiamole dentro per coabitare gli stessi nostri spazi dove trascorriamo abitualmente il 90% del nostro tempo.
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